Non si ferma il viaggio dietro le quinte dell’agenzia, per andare a scoprire le persone che compongono il team e che, quotidianamente, fanno “accadere la magia”, una parola alla volta.
Oggi lasciamo il microfono a Micaela Longo, che è entrata a far parte di questa squadra nel mese di agosto 2021.
- Micaela, quali sono stati i passi che hai fatto per arrivare ad abbracciare questo mestiere?
Non dimenticherò mai il giorno in cui i miei genitori mi hanno regalato il “Manuale per giornalisti in erba”. Avrò avuto 10 anni: piccina, ma con le idee chiare. Intervistavo parenti malcapitati in visita a casa e imitavo le inviate del TG (mai senza il microfono canta tu). Nel frattempo sono cresciuta e qualcuno, dopo aver saputo che con ogni probabilità avrei voluto studiare chimica all’università, ha detto a mia madre “Signora, le curi la scrittura”. Ho scelto Lettere e, a due mesi dalla consegna della tesi, lavoravo per un quotidiano digitale. Poi è arrivato Monrif e, oggi, Mondadori. ll giornalismo, per primo, ha dato forma a tutto il mio entusiasmo alimentando una consapevolezza nuova: amo costruire relazioni virtuose. Il passaggio è stato naturale: in qualità di addetta ufficio stampa, oggi mi occupo di Media Relations e Digital PR.
- Quali sono gli aspetti di questo lavoro che ami di più?
È incredibile quanto credere realmente in un progetto possa influenzare la sua buona riuscita e rafforzare il legame con il cliente. È così che si crea un rapporto di fiducia, è così che si iniziano le giornate con uno scopo ed è così che non si spegne il fuoco. Il lavoro dell’ufficio stampa è una continua valanga di stimoli.
- Quanto è importante, secondo te, la scrittura, in questa professione?
La scrittura determina la corretta direzione della comunicazione. Idea, dati, scenario e concetti, da soli, non bastano. È fondamentale scegliere il taglio giusto e, ancor prima, raccogliere quante più informazioni possibili utili, ad esempio, alla stesura di un comunicato stampa senza vuoti di informazione.
- Cosa significa per te creare un’azione di media relations? E quali sono i lati più stimolanti?
L’addetto ufficio stampa è il veicolo di trasmissione della notizia. Creare un’azione di media relations, per me, significa intercettare e studiare i media e i giornalisti in target con la comunicazione che si va a diffondere, creare il materiale che si aspettano di visionare e condividere il tutto con un pitch ad hoc (forse la parte che occupa più tempo nelle mie giornate è proprio l’elaborazione del media pitch, scritto o orale che sia). Tutto questo nell’ottica di poter diventare un giorno una fonte affidabile per i giornalisti, tale per cui mail di Micaela Longo = leggo perchè sicuramente mi interessa.
- Raccontaci i tuoi obiettivi futuri
L’entusiasmo è la nota che accompagna le mie giornate lavorative. L’unico proposito che ho è di non affossarlo mai.
- Che consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere questa professione?
Sento di poter dare un unico consiglio: non aspettate la laurea, il corso di specializzazione o il master. Lanciatevi, fate esperienza, “sporcatevi le mani” e, soprattutto, non smettete mai di leggere e di tenervi aggiornati. Comunicazione e informazione sono sempre in corsa.