Noi lavoriamo con le parole, che compongono storie, che costruiscono scenari, che rappresentano valori. Il tutto è frutto della creatività, componente fondamentale del processo di scrittura, perché non solo è l’agglomerato del bagaglio esperienziale di una persona, ma è anche una capacità del tutto umana, che difficilmente può essere sostituita.
Ce lo conferma anche l’AI, alla quale abbiamo chiesto quanto sia importante la componente umana nella scrittura. Questa è la sua risposta:
“Nonostante tutto, la scrittura creativa è qualcosa di profondamente umano. L’IA può generare testi coerenti, ma manca di:
- Esperienza ed emozione autentica → L’IA può scrivere una poesia d’amore, ma non ha mai amato davvero. Può generare un racconto drammatico, ma non ha mai sofferto o sognato. La scrittura umana è intrisa di vissuto, e questo la rende unica.
- Senso artistico e intenzionalità → Gli autori non si limitano a scrivere frasi ben costruite, ma scelgono cosa dire e cosa omettere, plasmano uno stile, giocano con il ritmo e l’ironia. Questo livello di finezza è difficile da automatizzare.
- Capacità di innovare e rompere le regole → L’IA lavora su schemi già esistenti. Se un autore decide di stravolgere una struttura narrativa o reinventare un genere, è una decisione consapevole che nasce da una scintilla creativa.
Il vero potenziale sta nella collaborazione.”
In cosa consiste però questa collaborazione?
Dove inizia e dove finisce il confine tra interazione e sostituzione?
Molte volte ci si pone la domanda su quanto sia creativo l’output, ovvero ciò che viene scritto dall’AI, ma forse la domanda corretta dovrebbe focalizzarsi su quanto sia creativo l’input che viene dato alla tecnologia, perché esso determina quante sfumature avrà il risultato.
In fondo, tutto ciò che diamo in pasto all’AI è frutto delle nostre emozioni, della nostra capacità di interpretarle, filtrarle e dare loro una forma, che nel caso della scrittura si tramuta in parole e storie.
Quando infatti ci troviamo di fronte ad un testo creativo e originale, il nostro istinto collega ciò che stiamo leggendo alle nostre esperienze personali, creando anche un’esperienza in quello stesso momento, arricchendola di un valore che non vedremmo di fronte ad un testo generato completamente dall’AI.
Perché l’utilizzo delle parole ci permette di mettere nero su bianco emozioni ed esperienze, e questo è ciò che distinguerà sempre un umano da una macchina.
Come può quindi l’AI elevare un processo creativo?
Uno studio sperimentale online (Doshi, A. R., & Hauser, O. P. (2023) Generative artificial intelligence enhances creativity but reduces the diversity of novel content. arXiv. https://arxiv.org/abs/2312.00506v3) ha analizzato l’impatto dell’AI generativa sulla scrittura creativa, permettendo ad alcuni autori di ricevere suggerimenti per una storia da una piattaforma di AI.
I risultati mostrano che l’accesso a queste idee porta a testi più creativi e coinvolgenti, soprattutto tra gli scrittori meno esperti. Tuttavia, le storie sviluppate con l’AI tendono ad assomigliarsi di più tra loro rispetto a quelle scritte esclusivamente da esseri umani.
Ecco che abbiamo una risposta che potrebbe guidarci in questa riflessione: la soluzione sta nel giusto equilibrio tra il “dare” e il “ricevere”, tra cuore e macchina, che, insieme e non isolate, possono offrire grandi risultati.
Se scendiamo nello specifico delle PR, l’intelligenza artificiale può essere molto utile in diverse fasi, come:
- superare il blocco dello scrittore: se ci cerca uno spunto o una nuova direzione, l’AI può generare idee, suggerire incipit o aiutare a esplorare nuove angolazioni.
- accelerare il processo di scrittura: può riformulare frasi, correggere errori, sintetizzare, tradurre.
- analizzare e ottimizzare: per rendere un testo più coinvolgente o per arricchirlo con dati, gli algoritmi possono fornire ricerche e report basati su tendenze del settore di riferimento.
- identificazione di giornalisti e influencer rilevanti: l’AI può analizzare chi scrive su determinati argomenti e suggerire i contatti più adatti per una strategia PR.
Infatti, stando ad alcune ricerche di Statista, i/le professionisti/e delle PR stanno adottando sempre più strumenti di intelligenza artificiale, con il 75% dei PR a livello globale che utilizza soluzioni di IA generativa nel proprio flusso di lavoro, come ad esempio fare ricerca, brainstorming e la scrittura di bozze iniziali di copy.
Tuttavia, anche qui, la creatività umana rimane un elemento fondamentale, poiché sebbene l’AI sia un valido supporto per alcune attività che possono essere automatizzate, un’eccessiva dipendenza da tali strumenti, soprattutto tra i professionisti più giovani, potrebbe minare l’apprendimento dei principi fondamentali di questa professione.
Infatti, quanto emerso da un’altra ricerca di Statista, nel settore del marketing l’86% delle agenzie ritiene che potenziare le competenze dei talenti nel pensiero creativo strategico sia fondamentale.
Ed ecco che torniamo all’inizio della nostra riflessione.
In un mondo in cui la tecnologia sta conquistando le vette dell’efficienza, la creatività umana continuerà a conquistare i cuori delle persone.
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