Dietro le quinte dell’agenzia: intervista a Marta Ciurli

marta ciurli

“A volte ce ne dimentichiamo ma spesso siamo la fonte di quello che poi la gente leggerà sui giornali”. Con queste parole Marta Ciurli, che è entrata a far parte del nostro team nel mese di febbraio 2022, identifica una componente fondamentale di questo lavoro: il senso di responsabilità.

Quella stella polare che deve guidare decisioni, parole, azioni.

Oggi le lasciamo il microfono per raccontarsi e per raccontare il suo lavoro.

  • Quali sono stati i passi che hai fatto per arrivare ad abbracciare questo mestiere?

Ho sempre saputo che avrei voluto scrivere per lavoro. A 8 anni volevo fare la poetessa, a 10 la scrittrice. Alle scuole medie, grazie all’ora di lettura del quotidiano in classe, si è accesa in me la curiosità per il mondo dell’informazione mediatica ed è cresciuta sempre più, tanto che la mia tesina d’esame riguardava proprio il sistema dei mass media. A 15 anni ho iniziato a collaborare con una piccola testata locale del paese in cui vivevo, a Sud di Milano. All’Università ho studiato lettere moderne e mi sono poi specializzata in Cultura e Storia del Sistema editoriale, frequentando diversi laboratori in comunicazione e ufficio stampa. Con il tempo ho imparato a conoscermi meglio, a riconoscere la mia natura estroversa e il piacere di stare in mezzo alle persone, ad analizzare il mio stile di scrittura e valorizzare la mia capacità di sintesi e, di conseguenza ho capito quale ruolo volevo ricoprire in questo immenso settore che è la comunicazione. Le media relations. 

  • Quali sono gli aspetti di questo lavoro che ami di più?

Sicuramente il fatto che ricopriamo un ruolo decisivo nei confronti dell’informazione delle persone. A volte ce ne dimentichiamo ma spesso siamo la fonte di quello che poi la gente leggerà sui giornali. È una grande responsabilità. Si tratta inoltre di una professione che ti permette ogni giorno di imparare qualcosa di nuovo, di confrontarti con realtà, settori e persone sempre diverse e di mantenere la mente sempre attiva e curiosa. 

  • Quanto è importante, secondo te, la scrittura, in questa professione?

La scrittura è il nostro strumento del mestiere, lo scalpello con cui diamo forma ai contenuti tramite cui arriviamo ai media e quindi alle persone. Saper utilizzare al meglio le parole, adattandole alle esigenze, ai messaggi e agli obiettivi di comunicazione ci permette senza dubbio di portare un valore aggiunto al nostro lavoro. 

  • Cosa significa per te creare un’azione di media relations? E quali sono i lati più stimolanti?

Non si tratta soltanto di proporre informazioni alla stampa. Si tratta di entrare in empatia con qualcuno, di capirne le modalità di lavoro e gli interessi. Si tratta di personalizzare e costruire un contenuto sul giornalista e non pretendere che sia lui ad adattarsi ad esso, rimanendo però sempre fedeli agli obiettivi del cliente. Non sempre è facile chiaramente, la tecnica si affina con l’esperienza negli anni e non si smette mai di modificarla e migliorarla. Fondamentale infatti, in questo mestiere, è non sentirsi mai “arrivati” e forse è proprio anche il suo aspetto più stimolante.  

  • Raccontaci i tuoi obiettivi futuri

Vorrei continuare a fare questo mestiere con lo stesso entusiasmo, continuando a migliorarmi, ampliando sempre più la mia rete di contatti e imparando a gestire situazioni sempre nuove ogni giorno. E voglio continuare a scrivere, tanto quanto lo volevo quando avevo 8 anni!

  • Che consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere questa professione?

Di non perdere mai di vista il lato umano delle relazioni che intessiamo per lavoro. Sembra banale ma spesso ci si fa prendere dai task e dagli obiettivi e ci si dimentica che questa professione si basa principalmente sui rapporti tra persone. Poi sicuramente leggere i giornali, guardare i notiziari, ascoltare la radio, conoscere i nuovi media. Rimanere aggiornati sulle fonti di notizie è infatti davvero il primo passo per conoscere quelli che poi diventeranno i nostri interlocutori.

Redazione

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