Nel mondo delle relazioni pubbliche, partecipare agli eventi di settore non è più una semplice opzione, ma un tassello strategico per chi vuole posizionarsi, generare nuove opportunità e costruire una presenza credibile e riconoscibile.
Se poi si sceglie di partecipare in qualità di speaker, l’impatto si amplifica in quanto l’intervento dal vivo diventa un vero e proprio atto comunicativo, in grado di incidere su tre livelli chiave della presenza pubblica: relazionale, professionale e comunicativa.
E, come ha sottolineato Chiara Guerritore, Events e Communication Manager di Ciaopeople, in un’intervista del nostro podcast “Oltre il titolo”, l’esperienza dal vivo permette di costruire un legame molto più forte e crea ricordi più intensi.
Relazioni reali, non solo contatti
La forza degli eventi risiede, prima di tutto, nella possibilità di “uscire dallo schermo”.
Parlare a un evento permette di instaurare relazioni da più punti di vista, dove voce, linguaggio del corpo e contesto contribuiscono a creare un’esperienza capace di rimanere impressa nella mente. L’interazione con il pubblico diventa così un’opportunità di ascolto attivo, di dialogo vero, che spesso prosegue ben oltre l’intervento sul palco.
Conoscere di persona altri speaker, partecipanti e organizzatori, scambiare contatti, ricevere feedback “in diretta” da chi ti ascolta: tutto questo rende la relazione più viva, più concreta.
Non si tratta solo di raccogliere biglietti da visita, ma di aprire conversazioni che possono trasformarsi in collaborazioni, contatti stampa, inviti ad altri eventi, o semplicemente in nuove connessioni professionali di valore.
Parlare per posizionarsi
Essere scelti come speaker in un evento significa essere riconosciuti come voce di riferimento in un determinato ambito. È un modo per consolidare la propria posizione, rendere visibili le proprie competenze, ma anche per mostrare la propria visione su temi chiave per il settore di riferimento.
La partecipazione a eventi offre inoltre la possibilità di raggiungere nuove audience: persone che non conoscevano il tuo brand, ma che grazie allo speech entrano in contatto diretto con la tua realtà e con il tuo modo di comunicare. A volte, proprio in quei minuti di intervento, si gioca una parte importante della reputazione aziendale, perché è lì che il pubblico percepisce professionalità, chiarezza, identità.
Non va sottovalutata nemmeno la dimensione più “informale” degli eventi: occasioni per viaggiare, conoscere nuove realtà e scoprire cosa sta accadendo nel proprio settore.
Anche questo contribuisce a rafforzare il bagaglio professionale e a stimolare nuove idee.
L’impatto comunicativo di uno speech
Sul piano comunicativo, parlare in pubblico è un’esperienza preziosa e trasformativa.
Permette di testare il proprio modo di raccontarsi, osservare le reazioni in tempo reale, comprendere cosa viene compreso e cosa no. Il feedback del pubblico è un indicatore potente per chi vuole migliorare le proprie capacità narrative.
Ma c’è di più: un intervento ben costruito non serve solo a veicolare contenuti, serve anche a trasmettere una visione più ampia dei propri valori: è un momento in cui il brand parla con voce umana, mostrando in modo diretto chi è, cosa fa e perché lo fa. Anche per questo, molti ascoltatori decidono di continuare a seguire lo speaker dopo l’evento, attraverso i social, le newsletter o i canali aziendali.
Oggi più che mai, in un ecosistema sempre più rumoroso e digitale, la dimensione live conserva un valore unico. Parlare a un evento non è solo un atto comunicativo, ma è un gesto di posizionamento.
Essere presenti è importante, ma farsi ascoltare nel modo giusto può fare la differenza tra una presenza occasionale e un’identità riconosciuta. Per chi lavora nelle PR, o per chi vuole farne uno strumento strategico, gli eventi di settore rappresentano un’opportunità da non sottovalutare.