Non è fortuna, è dedizione.
Non è casualità, è attenzione maniacale in ogni fase del processo di PR, è cura di un patrimonio informativo per individuare quali elementi possono essere trasformati in notizie, è capacità progettuale legata al contesto mediatico.
Questi sono solo alcuni degli ingredienti fondamentali che caratterizzano la nostra squadra. Un team che vive questo mestiere non come se fosse un semplice lavoro.
Oggi conosciamo meglio Chiara Guerra, che è salita a bordo di questa agenzia nel mese di novembre 2020.
1) Chiara, quali sono stati i passi che hai fatto per arrivare ad abbracciare questo mestiere?
I primi passi verso questa professione li ho fatti da piccola, quando con il mio registratore Fisher-price andavo da genitori e nonni con l’intento di volerli intervistare. Con gli anni il percorso è andato a definirsi pian piano. Mi sono laureata in Scienze Internazionali diplomatiche, specializzata in Gestione Risorse Umane, ho passato alcuni periodi all’estero e grazie a tutte queste esperienze ho capito che il mio desiderio era il lavorare nel mondo della comunicazione.
Per quanto, a 28 anni, armata di coraggio ho lasciato il cosiddetto “posto fisso” e ricominciare in un’agenzia di pubbliche relazioni. Questa, oggi, oltre a essere la mia professione, è la mia passione.
2) Quali sono gli aspetti di questo lavoro che ami di più?
Adoro tessere relazioni. Mi piace creare un rapporto professionale e di fiducia con i clienti, con i quali, poi, molto spesso si crea una bella sinergia che permette anche di ridere e scherzare insieme. Tutto questo mi dà la carica per coinvolgere i giornalisti più in linea con il tema e la storia che racconto.
È bello osservare che quando al giornalista si propone una notizia o un taglio di suo interesse, con il tempo anche con loro si creano delle stupende relazioni.
Insomma, il bello di questo lavoro è che si è sempre una squadra, dove si vince tutti insieme, anche se come in tutte le professioni non è sempre facile, ma con determinazione e tenacia si raggiungono i risultati.
3) Quanto è importante, secondo te, la scrittura, in questa professione?
Sicuramente la scrittura è un aspetto fondamentale, ma non è il più importante perchè è un’arte che si può allenare con il tempo, facendo pratica e leggendo molto. Quello che non dovrebbe mai mancare in questa professione è una buona dose di empatia, umiltà e capacità di ascolto.
4) Cosa significa per te creare un’azione di media relations? E quali sono i lati più stimolanti?
Creare un’azione di media relations significa creare un legame di fiducia con il cliente e saper cogliere gli aspetti più interessanti e particolari della sua realtà, progetto o idea per proporli ai media. I lati più stimolanti sono il cercare di cogliere i retroscena dell’idea imprenditoriale o del progetto e trovare il taglio più in linea con il giornalista a cui si propone la notizia. È divertente creare testi in cui numeri o dati apparentemente poco significativi si trasformano in un racconto in grado di creare l’effetto “WOW”.
5) Raccontaci i tuoi obiettivi futuri.
Una buona parte di obiettivi professionali mi sento di averli raggiunti, e questo mi rende grata e allo stesso tempo orgogliosa. Per il futuro mi aspetto di poter migliorare e crescere in questa professione impegnandomi e non perdendo mai la curiosità per cercare, conoscere e comprendere.
6) Che consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere questa professione?
Di essere curioso, di approfondire fin da subito quello che legge e di appassionarsi a nuove storie e racconti. Per quanto riguarda il percorso di studi sicuramente fare un corso di laurea in Uffico Stampa e Pubbliche Relazioni è utile per comprendere le nozioni di base, ma è quello che è davvero importante è iniziare fin da subito a sperimentare. Scrivere sui social di temi che appassionano dando la propria opinione, seguire personaggi d’ispirazione, leggere i giornali, rimanere sempre curiosi e aggiornati su quello che accade nel mondo e sui trend della comunicazione.
Grazie, Chiara!