Una delle capacità più importanti di un/a CEO è quella di comunicare al meglio, sia al di fuori della propria organizzazione che all’interno di essa, nutrendo un dialogo costante ed efficace quindi non solo con potenziali clienti, ma anche con collaboratori e collaboratrici.
Mettere al centro di una strategia di PR (anche) il know-how, le competenze, la visione, il punto di vista e la capacità di interpretazione di una delle figure chiave di un’azienda diventa quindi fondamentale per nutrire la reputazione di un brand.
Secondo il report “2024 Edelman-LinkedIn B2B Thought Leadership Impact”, ad esempio, il 52% dei decision maker e il 54% dei c-level dedicano almeno un’ora a settimana alla lettura di contenuti di thought leadership. Inoltre, 7 decision maker su 10 dichiarano di avere una percezione significativamente più positiva delle organizzazioni che pubblicano regolarmente contenuti di alta qualità in questo ambito.
È evidente quindi che avere un posizionamento costante in questo ambito incrementi l’autorevolezza dell’azienda e che di conseguenza la faccia emergere come una realtà di spicco nel proprio settore. L’effetto a catena che si genera è quindi un senso di fiducia maggiore da parte di potenziali clienti e stakeholder.
Essere guida (anche) attraverso la struttura di una comunicazione efficace
Un altro aspetto da considerare, inoltre, è l’attrazione dei talenti: le persone vogliono lavorare con aziende lungimiranti e leader nel loro settore. Secondo alcuni studi di McKinsey, tra il 35% circa dei dipendenti che dichiarano di voler lasciare il proprio posto di lavoro, un terzo cita le esperienze con “leader poco attenti e poco stimolanti” come uno dei motivi principali, quindi leader che non sono stati capaci di ispirare e comunicare in modo efficace.
Quando i leader condividono una direzione futura che non tiene conto di ciò che è importante per le persone, possono peggiorare il morale, alimentare l’abbandono del posto di lavoro, ostacolare l’adozione di nuovi metodi di lavoro e rallentare l’attuazione di una nuova strategia o del cambiamento.
Le ricerche McKinsey dimostrano anche che il 70% delle trasformazioni aziendali fallisce e, quando i leader riflettono sui loro maggiori rimpianti, sei dei primi dieci rimpianti riguardano la scarsa comunicazione.
Essere una guida e un punto di riferimento, non solo nel proprio settore, ma anche (e soprattutto) all’interno della propria azienda, migliora le relazioni e costruisce maggiori opportunità di acquisizione di nuovi clienti.
Sempre secondo il report Edelman-Linkedin, più del 75% dei/delle decision-makers afferma che un articolo di thought leadership li ha portati a ricercare un prodotto o un servizio che non avevano considerato in precedenza e più del 54% dice che un’organizzazione che produce costantemente contenuti di questa tipologia li ha spinti a cercare i prodotti o i servizi offerti dell’organizzazione.
Esempi di contenuti
Ma in che modo può essere veicolata una strategia focalizzata anche sulla produzione di contenuti di thought leadership ?
Vediamo alcuni dei modi più efficaci:
- Articoli: un esempio di PR è quello di fornire commenti di esperti ai giornalisti per condividerli in articoli a firma, online o su riviste cartacee, in TV, in radio e in media come i podcast o i social.
- Interviste: un ottimo modo per approfondimenti più personalizzati che possono essere veicolati su tutti i media (riviste, podcast, radio e TV)
- LinkedIn: un social ideale per pubblicare le vostre riflessioni sull’attualità attraverso articoli di approfondimento.
- Newsletter: posizionarsi in newsletter rilevanti nel settore d’interesse, oppure realizzarne una personale.
- Speech in eventi: partecipare come speaker ad eventi che sono punti di riferimento nel proprio settore, rafforza la reputazione e offre l’opportunità di costruire rapporti diretti, reali e umani con le persone presenti.
Ora che è più chiaro il motivo per cui la comunicazione delle idee e delle competenze di un/a leader sia una strategia vincente all’interno di un piano di PR più ampio, potremmo chiederci se esista un modello di storytelling che sia efficace e che arrivi dritto al punto.
Autenticità e vulnerabilità
O meglio, cos’è che influenza le persone?
Ovviamente un segreto non c’è, ma secondo quanto emerge dalle ricerche McKinsey, l’autenticità e la vulnerabilità, così come la narrazione di storie emotivamente coinvolgenti, possono portare le persone ad agire in un modo che la logica e i dati non possono fare.
Quando i leader spiegano il motivo per cui hanno a cuore un cambiamento, esprimono onestamente le loro speranze e le loro preoccupazioni e si impegnano in prima persona per aprire le porte verso tale cambiamento, è più probabile che le persone ricordino e siano ispirate dal loro messaggio.
Inoltre, l’ascolto del proprio target di riferimento, permette di comprendere quali siano le sue esigenze, i suoi comportamenti o i problemi che deve risolvere, in modo da poter offrire contenuti che non siano autoreferenziali, ma che mettano al centro le persone. Anche in questo, un team di PR diventa una guida, in quanto può svolgere ricerche e approfondimenti, portando spunti e idee interessanti sul settore in questione (ad esempio in Disclosers, da qualche mese abbiamo sottoscritto un abbonamento a Statista, dove troviamo report dettagliati e settoriali che ci permettono di spaziare tra svariati argomenti e avere sempre a disposizione tematiche e dati interessanti da proporre).
Comunicare è un po’ come costruire un ponte tra le organizzazioni e le persone e quando a farlo è il/la leader o una figura di riferimento dell’azienda, le relazioni che nascono affondano radici profonde e longeve.