La TV e l’evoluzione digitale: perché resta centrale nelle PR e nella costruzione dell’informazione

14 Ott 2025

intervista in tv

Negli ultimi vent’anni la televisione ha attraversato una trasformazione profonda, che ne ha ridefinito ruolo, linguaggi e modalità di fruizione. Per molti osservatori, l’ascesa dei social e delle piattaforme digitali avrebbe dovuto segnarne la fine, relegandola a un passato analogico. Eppure, nonostante la rivoluzione dello streaming e la crescente disintermediazione delle notizie, la TV continua a esercitare un’influenza centrale nel sistema dell’informazione e, di conseguenza, nelle strategie di PR e media relations. È ancora uno dei mezzi capaci di dettare l’agenda pubblica, di conferire autorevolezza ai messaggi e di amplificare la risonanza di un brand o di un tema.

Dalla trasmissione unidirezionale all’ecosistema ibrido

Un tempo la televisione era un medium unidirezionale, costruito sulla logica dell’emissione: chi produceva contenuti trasmetteva, chi guardava riceveva passivamente. Oggi l’esperienza televisiva è radicalmente diversa. L’evoluzione tecnologica, dalle smart TV al catch-up, dalle piattaforme di streaming agli strumenti di social TV, ha trasformato il modo di guardare, commentare e condividere i contenuti. In Italia, oltre la metà dei cittadini fruisce oggi della televisione attraverso dispositivi connessi: secondo una ricerca, circa 25 milioni di persone guardano contenuti TV tramite smart TV, un numero che sale a 32 milioni se si considerano anche console e decoder.

Le reti tradizionali, lungi dal restare immobili, hanno ampliato la propria presenza digitale, creando piattaforme, app e spazi on demand. È nata così una “televisione aumentata”, capace di integrarsi con gli altri schermi, di dialogare con i social e di sopravvivere in un ambiente mediale frammentato.

Nonostante l’ibridazione, la TV lineare continua a mantenere una posizione di forza. Secondo i dati Auditel 2024, Rai 1 rimane la rete più seguita in Italia, con uno share medio del 18,2% sulle 24 ore e del 21,9% in prima serata. L’audience complessiva, pur mostrando segnali di assestamento, resta stabile: nei primi sei mesi del 2024, la televisione ha registrato circa 8,55 milioni di spettatori medi giornalieri, con un leggero incremento nel prime time rispetto all’anno precedente. La sua capacità di attrarre attenzione su scala nazionale, soprattutto in momenti di crisi o eventi collettivi, rimane un elemento chiave.

Il ruolo della TV nella strategia di PR e media relations

Includere la televisione all’interno di una strategia di comunicazione non è un esercizio nostalgico, ma una scelta di posizionamento. La TV continua a garantire tre vantaggi principali: autorevolezza, ampiezza di copertura e forza emotiva.

Apparire in televisione, che si tratti di un servizio di approfondimento, di un’intervista o di una partecipazione a un talk, conferisce al brand o al portavoce un’aura di credibilità che pochi altri media riescono a offrire. La percezione di legittimità rimane elevata: nell’immaginario collettivo, ciò che passa in TV ha superato un filtro di verifica e assume automaticamente un valore “ufficiale”.

A questa dimensione simbolica si aggiunge la capacità di raggiungere un pubblico vastissimo in tempi rapidi. In una crisi reputazionale, in una campagna di sensibilizzazione o nel lancio di un’iniziativa ad alto impatto, la TV resta il mezzo più efficace per imprimere un messaggio nella coscienza collettiva. La componente audiovisiva rafforza inoltre la dimensione emotiva: immagini, voci e testimonianze rendono una storia tangibile, trasformandola in esperienza condivisa.

Ma il vero potere della televisione è la sua funzione di agenda setter: i temi che trovano spazio nei notiziari o nei programmi di approfondimento diventano argomenti di discussione pubblica. Le PR possono sfruttare questa dinamica per orientare l’attenzione, inserendo i propri messaggi in narrazioni più ampie e influenzando indirettamente anche altri media. Non a caso, una presenza televisiva ben gestita tende a generare eco digitale: clip, estratti e citazioni circolano rapidamente su social, blog e testate online, moltiplicando l’esposizione e amplificando il messaggio originario.

Quando la TV funziona, e quando no

La televisione non è però sempre la scelta giusta. È efficace quando l’obiettivo è costruire awareness su larga scala, rafforzare la reputazione istituzionale o legittimare un brand agli occhi del pubblico. In questi casi, il formato televisivo aiuta a semplificare e rendere accessibile il messaggio, soprattutto se supportato da una strategia di relazioni pubbliche ben coordinata.

Risulta invece meno adatta quando si punta a target di nicchia o a segmenti B2B altamente specializzati: in questi contesti, la dispersione di pubblico e la necessità di contenuti tecnici rendono altri canali (come magazine di settore, webinar o partnership editoriali) più mirati e misurabili. Anche i limiti di tempo e di formato, insieme al rischio di semplificazioni eccessive, possono indebolire il messaggio o generare distorsioni. Allo stesso modo, la produzione di contenuti televisivi e la gestione delle relazioni con redazioni e autori richiedono risorse (economiche e organizzative) che non sempre sono proporzionate ai risultati attesi.

In sostanza, la TV funziona quando la narrazione è forte, visiva e in grado di toccare corde emotive o sociali condivise; diventa invece inefficace quando l’obiettivo è puramente tecnico o quando il controllo del messaggio è prioritario.

La TV come parte di un ecosistema integrato

L’approccio più efficace è considerare la televisione non come un elemento a sé stante, ma come un nodo di una rete più ampia. Una strategia di comunicazione davvero solida utilizza la TV come acceleratore di visibilità, ma affida la continuità del racconto a strumenti complementari: gli approfondimenti su magazine di settore, i contenuti digitali che prolungano la vita del messaggio, i social che ne raccolgono la reazione in tempo reale.

È in questa dimensione integrata che la televisione ritrova la propria forza: non più medium esclusivo, ma piattaforma di risonanza, capace di amplificare temi e campagne e di generare conversazioni che poi si spostano su altri schermi.

Un caso di studio: la copertura TV dell’evento AccessiWay

Un esempio concreto dell’efficacia (ma anche della complessità) del mezzo televisivo arriva dal lavoro del team PR di Disclosers per AccessiWay, seguito da Carlotta Ruocco, PR Manager, insieme a Francesca Bellini, PR Specialist. In occasione dell’evento sul futuro dell’accessibilità digitale, tenutosi l’11 giugno al Palazzo delle Stelline di Milano, la copertura televisiva ha rappresentato un tassello strategico della comunicazione. Il TG5 ha partecipato all’incontro e nel servizio andato in onda, Dajana Gioffrè, Chief Vision Officer dell’azienda, ha mostrato in diretta le barriere di accessibilità ancora presenti su alcuni noti siti web, offrendo una dimostrazione tangibile del tema al centro del dibattito.

L’esperienza evidenzia una lezione importante per chi lavora nelle media relations: alla TV serve qualcosa da vedere, testare e provare con mano. Dimostrazioni pratiche, immagini d’archivio e materiali visivi sono ciò che trasforma un tema complesso in un racconto adatto al linguaggio televisivo. È inoltre importante tenere conto delle logiche editoriali del mezzo: la TV pubblica, come la Rai, tende a limitare la visibilità delle aziende private, mentre le reti commerciali risultano più flessibili, purché ci sia un gancio di attualità e la notizia parli a un pubblico ampio e generalista, non necessariamente esperto. Infine, occorre ricordare che le redazioni televisive, soprattutto i telegiornali, lavorano secondo dinamiche quotidiane: le scalette vengono definite in base alle priorità di cronaca, e anche quando un servizio è stato realizzato, la messa in onda può variare in funzione dell’attualità. Per questo motivo, ottenere una copertura TV significa saper coniugare tempestività, contenuto visivo e valore giornalistico, accettando una componente di imprevedibilità che fa parte stessa del linguaggio televisivo.

I numeri dietro il fenomeno

Alcuni dati aiutano a comprendere meglio la solidità di questo mezzo. Oltre alla già citata diffusione delle smart TV, in Italia le famiglie possiedono in media cinque schermi connessi, un dato che rende evidente la natura “multischermo” dell’esperienza televisiva contemporanea. La fruizione resta stabile, ma cambia la modalità: si guarda meno in diretta e più in modalità on demand, con un consumo più personalizzato e interattivo.

In questo contesto, la TV mantiene un equilibrio raro: continua a essere il media più autorevole per la maggior parte degli italiani, ma si adatta progressivamente alle logiche digitali, diventando più dinamica, più partecipata e più frammentata.

La televisione non è un residuo del passato, ma un mezzo che ha saputo reinventarsi. All’interno di una strategia di PR, il suo valore risiede nella capacità di legittimare i messaggi e di moltiplicarne la portata, purché venga utilizzata con consapevolezza e integrata in una visione multicanale.

Non si tratta dunque di scegliere tra vecchio e nuovo, ma di comprendere come ogni medium, televisione inclusa, contribuisca a una stessa finalità: creare informazione, costruire fiducia, generare conversazione pubblica.


Se il nostro approccio – che condividiamo attraverso tutti i nostri canali – i risultati che otteniamo, il nostro metodo di lavoro e i valori che ci guidano risuonano con il tuo brand e con le persone che lavorano nella tua organizzazione, contattaci.

Siamo al fianco delle aziende per costruire relazioni con i media autentiche e durature, grazie a strategie di PR strutturate e mirate. Possiamo condividere decine di case study per mostrarti concretamente l’impatto del nostro lavoro.

Puoi scriverci a [email protected]

Oppure puoi compilare il nostro form di contattati cliccando su questo bottone.

Redazione

Siamo una boutique di PR e Media Relations per imprese e personal brand. Facciamo in modo che ogni settimana le imprese e i progetti per i quali lavoriamo ottengano delle pubblicazioni (articoli, menzioni, citazioni, servizi televisivi, passaggi radiofonici – in modo organico, quindi non a pagamento) su media rilevanti

it_ITIT
Privacy Policy