L’ecosistema in cui viviamo è in costante evoluzione, si trasforma velocemente e ogni giorno si apre a panorami nuovi che segnano parametri diversi, allontanano gli orizzonti, offrono opportunità e mettono in discussione lo status quo.
Questa corsa al cambiamento che influenza ogni settore e anche quello della comunicazione, più nello specifico delle PR, deve tenere conto di nuovi scenari che stanno ridisegnando il settore dei media.
Se da una parte i media come la TV, i quotidiani e riviste di settore continuano a mantenere un’importante influenza, soprattutto nel momento in cui sono in grado di diversificare la propria proposta, abbracciare nuovi linguaggi e raggiungere il proprio pubblico attraverso molteplici canali online e offline, i nuovi media indipendenti (come podcast, creator, divulgatori/trici ed esperti di settore) stanno conquistando sempre di più l’opinione pubblica, aprendo nuove possibilità alle aziende e tracciando nuove strade da percorrere per i media tradizionali, creando un ecosistema più decentralizzato e frammentato.
Rispetto ai media tradizionali, i nuovi media si caratterizzano per la loro dinamicità, accessibilità e bidirezionalità, consentendo agli utenti non solo di consumare contenuti, ma anche di interagire con essi in modo diretto e immediato.
(Rientrano in questa categoria siti web di divulgazione, blog, social media, podcast, newsletter, piattaforme di streaming e tutte le forme di comunicazione digital native.)
Cambiano le esigenze dei “consumatori di contenuti”
I dati emersi da report recenti – come il Digital News Report 2024 del Reuters Institute, lo State of the Media 2024 di Cision e lo studio di Statista sul settore dell’informazione in Italia – confermano un trend chiaro: il pubblico dei media tradizionali continua a ridursi, mentre cresce l’interesse per contenuti rapidi, accessibili e perfettamente integrati con le piattaforme digitali e social.
Questo cambiamento non rappresenta un declino del giornalismo, ma una trasformazione che impone un ripensamento dei formati e delle strategie di distribuzione. Il pubblico è sempre più frammentato e con aspettative diversificate, richiedendo un delicato equilibrio tra approfondimento, accuratezza e immediatezza.
Il settore dell’informazione sta quindi evolvendo verso un modello che combina velocità e personalizzazione, affrontando nuove sfide, ma anche cogliendo opportunità inedite. Il punto centrale resta la capacità di offrire “prodotti informativi” capaci di rispondere realmente alle esigenze degli utenti.
Come evidenziato nel Reuters Institute Digital News Report 2024: “Le tre esigenze informative principali a livello globale sono rimanere aggiornati (“update me”), approfondire un tema (“educate me”) e ottenere prospettive diversificate (“give me perspective”).”

Questi elementi delineano il futuro dell’informazione, che non può più basarsi esclusivamente sui modelli tradizionali, ma deve integrare appunto formati innovativi, linguaggi agili e strategie multipiattaforma per mantenere la propria rilevanza in un contesto in costante evoluzione.
I nuovi media hanno trasformato e stanno trasformabdo il panorama dell’informazione e della comunicazione e ciò avviene soprattutto perché i lettori e le lettrici sono sempre più alla ricerca di informazioni autentiche, che forniscano prospettive diverse a volte più ricercate, altre più empatiche oppure più “libere”.
In ogni caso, i nuovi media danno spazio alla costruzione di storie e relazioni con maggiore respiro.
La democratizzazione dei media, inoltre, ha portato quindi tante opportunità che influenzano le scelte non solo di giornalisti, ma anche delle aziende e dei/delle PR quando devono strutturare strategie che siano efficaci.
Un tema che abbiamo portato a galla anche in una puntata del nostro podcast “Oltre il titolo”, in cui l’ospite Virginia Giammaria – Media e Policy Campaigns Manager – ha evidenziato come siano siano cambiati il linguaggio e le piattaforme, e che questo abbia fatto sì che l’informazione giornalistica si distribuisca in modo più massivo: ad esempio, i creator spesso sono più seguiti rispetto ai giornalisti tradizionali e sebbene questi ultimi abbiano competenze e informazione di qualità, non sempre hanno casse di risonanza forti, non permettendo quindi loro di emergere. Per questo è importante che gli editori integrino questi aspetti innovativi al giornalismo su carta stampata.
Una sfida che però mette alle strette anche i media non tradizionali che, nonostante abbiano un forte seguito, debbano trovare nuovi modelli di sostenibilità economica che stiano al passo con la loro crescita.
I nuovi media all’interno di una strategia di PR
Tornando alle PR, come si inseriscono i nuovi media all’interno di una strategia di PR? E soprattutto, sono sempre efficaci? Come bisogna selezionarli?
Innanzitutto è necessario tenere a mente che davanti ad uno scenario così vasto e variegato, selezionare è imprescindibile.
Ogni media ha un target specifico e alcuni media indipendenti si rivolgono a nicchie ristrette, con un tono di voce specifico e che quindi possono non essere in linea con l’obiettivo dell’azienda:
- ci si vuole posizionare nel mercato con autorevolezza? Allora forse è meglio selezionare newsletter di settore oppure un podcast verticale sul tema di riferimento
- si vuole accrescere la relazione con il pubblico? In questo caso potrebbero funzionare meglio collaborazioni con creator oppure con pagine social di settore che con le loro forti community possono contribuire alla costruzione della reputazione dell’azienda
- si vuole raggiungere un pubblico più o meno giovane? A seconda della risposta si devono valutare media che si rivolgono alle generazioni interessate, per essere certi di comunicare in modo puntuale
Gli obiettivi per cui si comunica sono tanti, così come le “regole” di ogni media, la cosa certa è che quando ci si relaziona con media indipendenti e professionisti come creator o divulgatori/trici, le dinamiche cambiano ed è quindi necessaria, anche qui, una forte preparazione e una trasversalità tale, da riuscire di adattare le notizie alle varie esigenze in modo da creare un giusto mix equilibrato tra le varie piattaforme.