La quotidianità di questo mestiere è fatta di riflettori puntati sulle aziende con le quali si lavora.
Chi si occupa di PR, infatti, lavora proprio per far emergere imprenditori e imprese, progetti ed eventi, iniziative e prodotti. E lo fa stando dietro il sipario, lanciando lo sguardo tra le fessure per osservare i successi mediatici conquistati, mentre si esibiscono di fronte al pubblico.
In questa serie di interviste alle persone che fanno parte del nostro team vogliamo spostare un attimo i riflettori e puntarli su chi ogni giorno lavora sul campo, in questa boutique. Oggi lasciamo la parola ad Angela Suriano, che è entrata a far parte di questa squadra nel mese di febbraio 2022.
- Angela, quali sono stati i passi che hai fatto per arrivare ad abbracciare questo mestiere?
Sono sempre stata una grande divoratrice di riviste. L’edicola, sin da bambina, è sempre stata per me il luogo delle meraviglie. Avevo l’abitudine di contare i giorni che mi separavano dall’uscita di un nuovo numero dei miei albi preferiti – come il Giornalino e il Corriere dei Piccoli! – li leggevo fino all’ultima riga e li custodivo come dei tesori. Crescendo, è stato naturale immaginare che un giorno avrei contribuito anche io, in qualche modo, a dar vita a quelle pagine bellissime e per questo non ho mai avuto dubbi su cosa volessi fare: prima come giornalista e poi come PR, oggi posso dire con orgoglio di esserci riuscita!
- Quali sono gli aspetti di questo lavoro che ami di più?
Ogni giorno scopro che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare o una nuova sfida con cui misurarmi. Non ho mai la sensazione che un giorno sia uguale a quello precedente. La comunicazione e le PR mi spingono ad essere curiosa ed esplorare settori che mi sono sconosciuti, perchè ogni stimolo può trasformarsi in uno spunto, e ogni spunto in un nuovo progetto. Inoltre, questo lavoro mi ha insegnato ad uscire dalla comfort zone: è incredibile quello che si ottiene quando si prova ad avere un po’ di coraggio in più!
- Quanto è importante, secondo te, la scrittura, in questa professione?
Fondamentale, ma non basta saper scrivere per essere un bravo PR. È giusto avere un proprio stile, ma anche essere consapevoli che la scrittura serve in primis a perseguire degli obiettivi: si deve essere in grado di plasmarla a seconda dell’oggetto della comunicazione e del target che si vuole raggiungere, e soprattutto non è un sapere appreso: anche la scrittura si evolve, migliora, cambia, si arricchisce.
- Cosa significa per te creare un’azione di media relations? E quali sono i lati più stimolanti?
Significa non tanto avviare, quanto coltivare le relazioni in tre direzioni: con i propri clienti, con cui è fondamentale stabilire un rapporto di collaborazione e fiducia; con i giornalisti, diventando un supporto e un aiuto prezioso per il loro lavoro; infine con il proprio team: osservare il lavoro degli altri, creare occasioni di confronto e di scambio è una delle risorse più utili e preziose di cui un PR può disporre.
- Raccontaci i tuoi obiettivi futuri
Ovviamente continuare a fare questo lavoro sempre al meglio delle mie capacità, senza perdere mai l’entusiasmo che ho provato il giorno che ho ottenuto il primo risultato. Vorrei provare sempre quell’adrenalina!
- Che consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere questa professione?
Gli stessi che hanno dato a me le persone che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita professionale: studiare sodo, mettersi in discussione senza dare mai niente per scontato, non avere paura di misurarsi con progetti o realtà che ci sembrano fuori portata rispetto alle nostre capacità, fare un’esperienza di studio – meglio se di lavoro – all’estero, leggere molto e informarsi di continuo.