Intelligenza artificiale nelle PR: 4 modi di utilizzarla

intelligenza artificiale e pr

Tutti ne parlano, tutti vogliono implementarla, nessuno vuole rimanere indietro e nessuno vuole essere “rimpiazzato” da essa.

Ne parlano i giornali, i media, le aziende, i creator, i professionisti di ogni campo e anche quelli che in realtà non padroneggiano il tema. 

In ogni evento di ogni settore c’è sempre un talk dedicato all’argomento più caldo del momento: l’intelligenza artificiale.

Come ogni tecnologia che ci sembra troppo lontana da noi e che quindi ci spaventa, anche l’AI porta con sé tanti dubbi, che per essere risolti devono essere innanzitutto compresi e trasformati di conseguenza in un punto di forza e in un alleato.

Come si dice spesso ultimamente: “Non sarà l’AI a rimpiazzarti, ma qualcuno che ha imparato ad usarla”.

E quindi come può un o una PR prendere confidenza con l’intelligenza artificiale e soprattutto, in quali casi e come può utilizzarla in modo etico e nei limiti del buon senso? Può essere un tool che facilita o che sostituisce il lavoro di un o una PR?

Vediamolo insieme.

Innanzitutto è importante capire quali opportunità vengono generate dall’intelligenza artificiale, anticiparne le difficoltà e le sfide e dopodiché capire come farne un utilizzo etico, investendo sempre nella creatività che caratterizza l’essere umano.

Quando si parla di PR si può pensare che sia un lavoro facilmente sostituibile dall’AI. Un comunicato stampa e un media pitch possono essere scritti su Chat Gpt dando qualche indicazione qua e là? Teoricamente sì, ma la domanda corretta da porsi non è cosa può fare l’AI, ma come lo può fare.

Trattandosi di public relations, come dicono le parole stesse, si mettono in campo non solo hard skills come quelle della scrittura di comunicati stampa e media alert, della capacità analitica e strategica e dell’intuizione per comprendere gli angoli più notiziabili di un’organizzazione o di un progetto, ma diventano distintive e necessarie le qualità “umane” che ad oggi nessuna tecnologia è ancora in grado di sostituire: l’empatia, la capacità di leggere tra le righe e interpretare a seconda delle circostanze, costruire relazioni durature che creino un vero impatto, gestire momenti di criticità e comprenderne le sfumature che l’AI ancora non è in grado fare.

4 modalità di supporto dell’AI per le PR

Il lavoro nelle PR richiede numerose soft skills, ma per approfondirle e ottimizzarle, dando loro maggiore spazio e tempo, l’intelligenza artificiale può diventare un grande alleato.

Come? Ecco in cosa può aiutarci l’AI.

  1. Capire il sentiment dell’audience. La sentiment analysis è un’attività concentrata ad analizzare ed ascoltare il web, con l’obiettivo di capire quello che gli utenti dicono e pensano del proprio brand. Si basa sui principali metodi di linguistica computazionale e di analisi testuale e può essere fondamentale per costruire strategie mirate ed efficaci.
  1. Alcuni tool di AI aiutano a raccogliere e riassumere dati e informazioni importanti setacciando le fonti di notizie per creare versioni condensate di articoli multipli, generare sintesi delle conversazioni sui social media e identificare le tendenze emergenti, facendo così risparmiare tempo prezioso da poter dedicare ad attività più strategiche. 
  1. È possibile individuare nuovi trend analizzando velocemente un grande quantitativo di dati. In questo modo i e le PR sono agevolati a prendere decisioni strategicamente migliori per le proprie campagne e scovare nuove opportunità.
  1. L’intelligenza artificiale generativa può essere utilizzata anche per monitorare la reputazione di un marchio interpretando le conversazioni sui social media, le notizie e altre menzioni online. Queste informazioni possono essere utilizzate dai e dalle PR per identificare tempestivamente le potenziali crisi e adottare le giuste misure per mitigare i danni.

Ora che abbiamo definito quali possono essere gli aspetti nei quali l’AI può diventare un’alleata per i e le professioniste delle pubbliche relazioni, è necessario tenere a mente alcune caratteristiche dell’intelligenza artificiale prima di iniziare a farne un uso costante.

La potenza creativa dell’essere umano non è sostituibile dall’AI

Innanzitutto va precisato che nei tool di AI c’è la possibilità di “pescare” un contenuto (come report, infografiche, statistiche e analisi di mercato) che sia incompleto, stereotipato oppure completamente falso (perchè ad oggi l’AI viene utilizzata anche in modo poco etico per diffondere fake news). Per questo un contenuto AI non può essere utilizzato alla cieca, ma deve essere sempre accompagnato da un’analisi approfondita e da una verifica dei fatti, comparandoli con più fonti. Questo significa che il processo di ricerca e di raccolta di informazioni può essere ottimizzato, offrendo maggiore tempo al o alla PR per concentrarsi sui processi creativi, ma deve esserci sempre un occhio di riguardo e critico nell’utilizzo di tali contenuti.

Detto ciò, accelerando il lavoro in attività che sono spesso ripetitive e che richiedono tanto tempo, l’AI permette ai e alle professioniste delle pubbliche relazioni di fare ciò che sanno fare meglio: costruire relazioni, capirne le sfumature, cogliere gli angoli più notiziabili di una storia, sviluppare ed eseguire azioni creative e strategiche e gestire le crisi con empatia e umanità.

Empatia e umanità, qualità che nessuna tecnologia potrà mai avere.

Articolo di Paolina Consiglieri

Immagine di Cristiano De Nobili

Redazione

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