PR e Media Relations: 5 passi per migliorare strategia e operatività

Un’attività di PR e Media Relations in grado di portare all’ottenimento di risultati rilevanti (e continuativi) deve necessariamente fondarsi sullo sviluppo e sull’allenamento costante di diverse competenze, che vanno dalla capacità strategica alle abilità riguardanti la scrittura, passando per la profonda conoscenza del panorama mediatico, per la cura delle dinamiche di accounting, fino ad arrivare a intuizione, pianificazione e gestione dei flussi di lavoro.

Niente può essere lasciato al caso, perché chi riveste il ruolo di PR Specialist e PR Manager si trova a rappresentare la voce di un brand o di un personal brand e ogni minima attività deve essere implementata con senso di responsabilità, con estrema attenzione e delicatezza.

In questo ecosistema, oltre agli aspetti maggiormente tecnici, possiamo individuare 5 azioni utili per migliorare alcune aree dell’attività di PR e Media Relations, per incrementare il livello strategico e operativo, aumentando quindi le possibilità di ottenere degli ottimi risultati (articoli, approfondimenti, interviste, servizi tv e radiofonici).

Focus sull’elaborazione di domande utili per costruire comunicati stampa e media alert sempre più approfonditi, andando a esplorare angoli mai superficiali.

Per sviluppare questa attività può essere utile ascoltare – o leggere – delle interviste con una focalizzazione particolare sulle domande (curiose, originali) che vengono poste all’intervistato. Non facciamo riferimento solo a interviste gestite da giornalisti, ma possiamo prendere in considerazione anche conversazioni che nascono tra due professionisti che operano in un altro ambito. Il suggerimento è quello di prendere nota delle domande che cercano di uscire dal solito circuito

Ad esempio, Tim Ferriss, in una delle ultime interviste pubblicate nel suo podcast, non si è limitato a chiedere al suo interlocutore “Raccontaci un fallimento”, ma ha chiesto “Qual è stato il tuo fallimento preferito?”. 

Utilizzo dei dati di terze parti come assist.

In questo caso, fonti come Statista e Axios diventano ambienti preziosi al fine di prendere spunto in ottica di presentare il contesto di cui si sta parlando.

Vi mostriamo un esempio concreto a riguardo: ecco l’attacco di un comunicato stampa scritto per un’azienda che abbiamo seguito come agenzia durante 2020. Riportava proprio una ricerca segnalata da Axios.

L’invio di questo comunicato ai giornalisti in target ha portato alla pubblicazione di diversi articoli, tra cui questo pezzo su Today: https://www.today.it/innovazione/tech/coronavirus-oggetti-utili-innovativi-covid-detector-lunii-delo.html

Abituarsi ad analizzare il taglio degli articoli, in profondità.

Da un lato, diventa sempre più determinante studiare il linguaggio e la struttura degli articoli, per “abituarsi” a una scrittura capace di avvicinarsi alle dinamiche del giornalismo. Dall’altra parte, parallelamente, è vitale analizzare il cuore del contenuto, i “perché”, il flusso dei pezzi, per comprendere, ad esempio, quali punti vengono esposti, ma non approfonditi.

Questo meccanismo potrebbe consentire, infatti, di identificare delle aree ancora “vergini” dal punto di vista contenutistico e quindi potenzialmente più attrattive per i giornalisti.

Un approccio di questa tipologia può essere particolarmente utile soprattutto nel caso di argomenti molto inflazionati dal punto di vista mediatico. Sempre con lo stesso spirito critico si possono analizzare i media esteri, confrontandoli con quelli del Paese in cui sta concentrando l’attività di PR, per abbracciare una linea simile (se ritenuta efficace).

Ad esempio, se uno dei temi che sta ricevendo un’ampia copertura mediatica è legato a ChatGPT, la lettura di articoli di media esteri riguardanti lo stesso argomento, può diventare funzionale allo sviluppo di nuovi tagli di comunicazione per l’azienda che stiamo seguendo.

Il 23 aprile il New York Times ha riportato un articolo interessante, che potrebbe offrire qualche spunto nuovo e diverso (per trattare la questione) rispetto alle strade abitualmente percorse.

Individuare e prendere nota delle azioni di PR più interessanti, avendo cura di risalire – se possibile – al comunicato stampa originale.

Ad esempio, nel 2019 Patagonia ha emesso un comunicato riguardante un documentario che aveva realizzato (“Artifishal”) e l’azienda inserisce tutte le note stampa in un’area del proprio sito. In questo caso è possibile analizzare la struttura e il contenuto.

https://www.patagoniaworks.com/press/2019/4/18/patagonia-releases-a-documentary-about-the-high-cost-of-fish-hatcheries-fish-farms-and-human-ignorance

Allontanandoci da esempi di portata “globale”, è possibile in ogni caso effettuare la medesima ricerca anche per brand più piccoli e meno conosciuti, attraverso un’analisi mediatica accurata. 

(Ci sono anche dei media che riprendono i comunicati stampa senza modificare il testo e questo ci consente di avere una visione della strategia di PR e Media Relations di altre realtà, magari competitor).

Infine, un consiglio molto semplice (ma per quanto possa apparire banale, è un’azione utile, che spesso viene sottovalutata):

Abituarsi a utilizzare nuove parole

Tenere un blocco note a portata di mano, per scrivere (leggere, rileggere e studiare) le espressioni e le parole più interessanti che si trovano in articoli, libri, guide, per spiegare dei concetti (soprattutto complessi).


Libro “PR e Media Relations per piccole e medie imprese”

Redazione

Siamo una boutique di PR e Media Relations per imprese e personal brand. Facciamo in modo che ogni settimana le imprese e i progetti per i quali lavoriamo ottengano delle pubblicazioni (articoli, menzioni, citazioni, servizi televisivi, passaggi radiofonici – in modo organico, quindi non a pagamento) su media rilevanti

Privacy Policy