PR: i trend del 2024

PR Trend 2024

Il mondo delle PR e delle Media Relations rappresenta un settore che oggi più che mai si trova al crocevia tra innovazione tecnologica, responsabilità sociale e comunicazione strategica. 

Con il 2024 che si apre su nuovi orizzonti e sfide, arriva il momento per esplorare i trend che stanno ridefinendo il panorama delle pubbliche relazioni. 

Dall’ascesa dell’intelligenza artificiale, che promette di rivoluzionare il modo in cui gestiamo dati e automazione, al crescente attivismo che porta a un’intensa comunicazione dal basso, generando maggiore umanizzazione, alla crescente importanza legata alla voce autentica dei leader aziendali, il settore delle PR si sta trasformando in un campo dove l’innovazione dei processi e la sperimentazione di nuovi approcci diventano centrali.

In questo articolo, esamineremo come agenzie e professionisti delle PR stiano adattando le loro strategie per restare all’avanguardia, abbracciando un approccio sempre più etico e responsabile, riconoscendo l’importanza di comprendere e seguire le dinamiche delle nuove generazioni, come la Gen Z, e mantenendo un focus sullo sviluppo sempre più approfondito della creatività.

Un breve “viaggio” che ci porterà a scoprire come queste tendenze non solo stiano influenzando il settore, ma stiano anche offrendo nuove strade per connettersi con il pubblico in target in modi più significativi e impattanti.

9 trend per il 2024

  • Crescita dell’AI 

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale sarà di grande aiuto per automatizzare la programmazione, l’estrazione dei dati e le attività di automazione per aiutare in compiti più “amministrativi”, liberando risorse per gli elementi più creativi e strategici del lavoro.

L’AI è uno strumento, un supporto, che chi lavora nelle PR può utilizzare anche al fine di effettuare ricerche e analisi per la creazione di testi più dettagliati e puntuali.

Per approfondire il tema puoi leggere il nostro articolo sull’utilizzo dell’AI nelle PR.

  • Voce ai leader

Spesso i giornalisti si ritrovano con una grandissima mole di contenuti da produrre. In questi casi le agenzie di PR possono supportare questo processo, attraverso la realizzazione di testi scritti direttamente dai leader delle aziende, sia per aumentare la brand reputation che per dare voce alle persone che sono il volto di tali realtà.

In questo modo si offrono ai media contenuti esclusivi, con un taglio differente e “personalizzato”.

  • Un approccio etico e responsabile

In un clima in cui proliferano facilmente fake news, i consumatori si aspettano sempre di più maggiore sincerità e un allineamento nei valori con le aziende e i media che seguono, non solo nella teoria, ma soprattutto nella pratica, con azioni che siano lo specchio di ciò che l’azienda comunica all’esterno.

Responsabilità sociale ed etica non solo nelle parole, ma nei fatti.

Questo si traduce in una crescente fiducia nei confronti dell’organizzazione (qui abbiamo parlato del legame tra fiducia e crescita di un’azienda).

  • Focus su nuove competenze: riflettori sulla capacità analitica (i dati al centro)

Man mano che le richieste dei clienti alle loro agenzie diventano più ampie, toccando molteplici ambiti diversi tra di loro, dove quindi è necessaria una vasta trasversalità nel team, oltre alle competenze più tradizionali delle relazioni con i media, della gestione della reputazione e della produzione di contenuti, potremmo assistere all’aumento delle competenze specialistiche riconosciute all’interno del settore.

La componente legata alla capacità di analisi, ad esempio, potrebbe essere sempre più al centro, perché il valore dei dati assume un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di PR.

  • Ascesa di Linkedin (focus sul personal brand delle figure chiave in azienda)

LinkedIn rappresenta il modo migliore per stabilire una presenza online efficace specialmente nel B2B, offrendo la possibilità di pubblicare articoli, accendere discussioni, fare rete con altri professionisti e condividere approfondimenti, il tutto creando un forte personal brand.

Nel 2024, questo sarà uno strumento sempre più potente per le figure chiave delle organizzazioni che cercano di posizionarsi come voce autorevole all’interno della propria nicchia e quindi uno strumento in più da prendere in considerazione nelle strategie di PR.

Immaginiamo, ad esempio, di costruire un testo, un articolo a firma (con un forte approfondimento), per una testata giornalistica, e poi di estrapolare i punti chiave e riportarli in un post su LinkedIn (facendo comunque riferimento al pezzo pubblicato sul media che ha accolto il contenuto). Così facendo, l’esposizione viene amplificata, diversificando però la tipologia contenutistica.

  • Le aziende purpose led convincono di più i consumatori

Infatti, la maggior parte dei leader di mercato si sta concentrando sul modo in cui il “purpose” quindi lo scopo, sta cambiando il loro modo di comunicare e di operare.  

Diventa cruciale comunicare sempre di più in modo approfondito questo aspetto delle aziende, in quanto crea maggiore connessione con le persone, sempre più propense a credere e fidarsi di realtà che abbiano un obiettivo specifico e realmente perseguibile, capace di generare un impatto realmente positivo.

  • Capire le nuove generazioni e avvicinarsi a loro

Quali sono le leve che muovono la Gen Z? Cosa porta un giovane a scegliere un brand?

Analizzare le tendenze, gli interessi, le cause, le passioni, i canali di comunicazione di questa generazione rappresenta un must. Una cosa è certa: è importante essere autentici.

Questa generazione è molto sensibile ai contenuti che risultano costruiti o falsi. 

  • In un mondo di notizie, la creatività dovrà rimanere al primo posto

La saturazione di notizie porta invevitabilmente le aziende a dover fare uno sforzo per emegere tra la folla di contenuti.

Creatività, curiosità più profonda e angolazioni inaspettate saranno fondamentali per emergere dalla massa e ottenere maggiori posizionamenti organici sui media.

(Non dimentichiamo l’importanza di coltivare una capacità di scrittura in grado di attirare l’attenzione: ne abbiamo parlato in questo articolo)

  • La voce dei collaboratori: chiave per contribuire alla reputazione dell’azienda

Un alleato delle PR sarà sempre di più l’advocacy dei dipendenti. Viviamo in un’epoca in cui la fiducia e l’autenticità sono il fulcro di ogni campagna e i dipendenti possono rappresentare voci credibili in grado di umanizzare qualsiasi marchio.

Sia che si tratti di condividere notizie, risultati o valori, coinvolgere i collaboratori nel racconto dell’organizzazione aumenta la portata dei post e si inserisce istantaneamente in reti che altrimenti non avrebbero potuto raggiungere e contribuisce a creare una cultura genuina e affidabile.

Cosa invece possiamo lasciarci alle spalle nel 2023?

  • Pitching a pioggia

I giornalisti sono sommersi da proposte irrilevanti.

Prima di distinguere tra ciò che è degno di nota (qui trovate alcuni spunti, con un’intervista a 4 giornalisti) e ciò che non lo è, hanno già cestinato la maggior parte delle e-mail che sembrano, di primo acchito, impersonali e generiche. Quello che può massimizzare il loro coinvolgimento è un approccio mirato e più personalizzato, allontanandosi quindi da un approccio “a pioggia”. Inoltre può essere utile eliminare tutte le sottigliezze dal pitching con i giornalisti e limitare le e-mail a una serie di brevi punti quando vi rivolgete ai giornalisti, che apprezzano soprattutto la chiarezza e la concisione della comunicazione.

  • Contenuti generati con l’AI

Nonostante i vantaggi in termini di risparmio di tempo, ci sono molte preoccupazioni riguardo all’autenticità o all’eccessivo affidamento ai contenuti generati dall’AI.

Copiare e incollare interi paragrafi di contenuti generati da piattaforme di AI è assolutamente da evitare (e controproducente). Utilizzare l’AI come supporto nell’analisi dei dati e nella ricerca di fonti ulteriori, invece, rappresenta un supporto valido.

Inoltre, chiunque lo utilizzi deve ricordarsi di controllare che il contenuto analizzato sia accurato e che sia inclusivo. 

  • Paid media coverage

Secondo diversi report e ricerche, come ad esempio quella di Prowly, emerge una tendenza ad abbandonare la copertura mediatica a pagamento (per le logiche di reputazione del brand). Alla luce dei comportamenti dei consumatori che come dicevamo inizialmente tendono sempre di più ad apprezzare contenuti autentici e poco costruiti, affidarsi solamente a una copertura media a pagamento non è la modalità corretta per far crescere la credibilità di un marchio o di un’organizzazione, soprattutto perché il pubblico oggi è in grado di riconoscere quali contenuti siano organici e quali a pagamento.

(La sfera paid, nell’ambito delle PR, si lega maggiormente a una dinamica che sposa l’ambito commerciale, con un focus sulle conversioni.)

  • Riflettori puntati solo sui media nazionali

Sebbene la copertura nazionale e globale sia al centro delle stretagie di PR, la comunicazione locale non può essere ignorata. Adattare i messaggi a specifiche sfumature culturali, interessi regionali e alle comunità più piccole può aiutare a creare connessioni più profonde con il pubblico.

  • Eventi virtuali

Non c’è modo migliore per favorire relazioni durature che incontrarsi di persona. Sì, gli eventi virtuali sono qui per rimanere, sono più facili da organizzare e sono molto più convenienti. Tuttavia, nulla può sostituire le conversazioni faccia a faccia, per comunicare nel modo più autentico l’impegno e la dimostrazione del prodotto/servizio che si ha da offrire.

Redazione

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